martedì 8 febbraio 2011

Tutti transworlders?

Ieri sono stata in OpenSim. L'invito ce l'avevo già da un po', ma mi intimidiva l'idea di entrarci da sola. Tutti quegli spazi aperti (così me lo immaginavo) dove ciascuno era costruttore del proprio mondo... sarebbe stato come entrare nella mente degli altri senza chiedere permesso. Avrei trovato poi la via d'uscita?  O sarei rimasta in un eterno vagare di prodotti neuronali?  In teoria non è che SL sia tanto diverso, ma appunto... in teoria. Il fatto di avere natura commerciale, e probabilmente anche il fatto di aver compiuto una certa parabola di vita, unito alle recenti scelte di politiche interne....ne hanno fatto un posto piuttosto strutturato, dove sai quasi sempre cosa troverai, più o meno come nei negozi in franchising…  Insomma, per affrontare l’ignoto di OpenSim ho preferito aspettare chi mi potesse accompagnare , e così presa per mano mi ci sono affacciata...
Strana sensazione, di familiare e ignoto insieme. Ma soprattutto, la sensazione di essere in un mondo senza Grande Fratello (quello di Orwell, non quello di Endemol  ). Mi verrebbe da dire senza dio, ma Dio è un'altra cosa 
Ad ogni modo, qui nessun padre benevolente che guarda dall'alto, nessun giudice sornione, nessun censore che in nome della bontà pubblica flagelli l'umanità così intrisa di aneliti e meschinità. Nessun controllore che valuti ogni mossa e registri ogni sussulto, nel silenzio occulto del linguaggio digitale. Nessun arbitro a decidere cosa si può e cosa non si può.
Come si fa a vivere in un mondo così?? Chi stabilisce le regole che decidono di quello che è bello e quindi buono? Dove sono i paletti? Quelli che mi permettono di non pensare, di mettere il cervello in naftalina e di farmi dire come devo passare il tempo? Di più... i paletti che entrano dentro la mente ad uccidere per sempre ogni traccia del potenziale vampiro che pretende di avere vita propria? In un posto come OpenSim rischio di dover liberare la mia creatività sul serio, rischio di dover scoprire da me i miei limiti, rischio di dovermene fare una ragione e di contrattarla con gli altri. Insomma, rischio di non essere più solo una bambolina guidata da lievi regole trasparenti e massificanti che diventano muri invalicabili non appena si cerca di andare oltre… 
Ad ogni modo, SL non mi ha perso ancora. Non sono pronta per la trasmigrazione. Non so mettere insieme cubetti, non sono un’artista, tutto quello che so fare è mettermi in relazione, e i paesaggi interni mi interessano più degli altri. In questo senso, SL al momento rimane ancora casa madre, per me. Casa matrigna, ma insomma…

(pubblicato originariamente in data 23/06/2010)

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