Molti guardano con scetticismo o con malcelata sufficienza coloro che sinceramente ammettono di provare emozioni nell'agire attraverso il loro avatar, soprattutto quando ciò avviene per mezzo di animazioni prefissate via hud o via poseballs. Le famose palline o pallette di SL. La sufficienza diventa quasi commiserazione, se non aperto disprezzo, quando si parla di animazioni che riguardano l'attività sessuale. Mi viene il dubbio che questo - in fondo gratuito - deprezzamento abbia radici in resistenze inconsce , ma non approfondisco l'argomento.
Invece, stimolata da alcune osservazioni raccolte nella letteratura scientifica - filtrate dalla mia socratica ignoranza - quello che vorrei indicare è la possibilità che dietro un fenomeno di questo tipo ci sia un meccanismo neurologico assolutamente normale: che cioè, nell'osservare un avatar in azione, si attivino, attraverso stimoli vicari, le medesime aree cerebrali coinvolte nell'atto agito in Real, in prima persona. Ovviamente, agire attraverso il proprio corpo e osservare un'azione sono esperienze diverse, ma la teoria dei neuroni specchio potrebbe far pensare che sia soprattutto una diversità ascrivibile alla quantità, non alla qualità dell'esperienza. Meglio che mi spieghi, mi rendo conto . Per prima cosa, la posizione di chi manovra un avatar è diversa da quella del semplice osservatore: è lecito presumere nel primo caso un coivolgimento più diretto, che può arrivare a livelli diversi di identificazione, almeno temporanea. Ma come avviene tale identificazione?
Se le basi neurologiche dell'identificazione risiedono nell'attività dei neuroni specchio, e se essi vengono comunemente attivati dalla mera osservazione di un altro che agisce, perchè non potrebbero venir attivati anche da quella forma spuria osservativa/partecipativa, rappresentata dall'agire attraverso un avatar? Così come i neuroni specchio scaricano (e quindi producono effetti) sia quando le attività cui sono preposte le aree cerebrali a cui appartengono vengono svolte dall'individuo stesso, sia quando vengono semplicemente osservate negli altri, così non potrebbero scaricare anche nelle situazioni intermedie fra osservazione ed azione, rappresentate dall'agire in mondi virtuali? Sembrerebbe poi che neuroni specchio siano stati individuati anche nelle parti del cervello che elaborano risposte emotive. Che l'attivazione fisiologica alla base delle emozioni dipenda grandemente dall'attività mentale, è noto. Ora potremmo trovare basi neurologiche che - almeno in parte - ci spiegano la capacità di attivazione relazionale dei mondi virtuali.
Non è che avessi bisogno di giustificare la mia virtuale e realissima Second Life.... però questa sollecitazione mi intriga. Nessun neuropsicologo tra i miei lettori??
Quindi, per concludere, che dire di quelli che non si emozionano a guardare le bamboline di SL (o di altre realtà virtuali, io non le conosco ma lo spazio per la discussione è aperto)?? Beh, in teoria, da quel che abbiamo detto, delle due l'una: o non hanno cervello, oppure hanno neuroni profondamente narcisisti, capaci di specchiarsi solo in se stessi....
(pubblicato originariamente in data 02/06/2010)
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