lunedì 14 febbraio 2011

Addicted

       
Si fa un gran parlare di IAD - Internet addiction disorder, tradotto dipendenza da Internet. Che poi bisognerebbe distinguere dipendenza da chat, dipendenza da gioco on line, dipendenza da cybersex, che a sua volta è diversa da cyberporn, dipendenza da social network ecc ecc ecc. In definitiva, non si salva praticamente nessuno. Se poi allarghiamo il campo alla dipendenza da PC, allora c'è pure la dipendenza da Prato Fiorito, avete presente il giochino che ancora si trova nascosto nel menù di Windows XP? 
Second Life si presta bene ad essere pietra di scandalo, per almeno tre motivi:
  1. L’immersività: trovarsi completamente calati in un ambiente nuovo, con un aspetto nuovo e diverso, a partire da sé. Questo, si potrebbe pensare, favorisce il distacco dalla realtà, fino alla dissociazione vera e propria.
  2. La possibilità di creare noi stessi e l’ambiente che ci circonda, con ampi gradi di libertà. Da un lato promuove un senso di efficacia, di agency, dall’altro potrebbe espandersi indebitamente in un delirio di onnipotenza e/o di esasperato narcisismo.
  3. L’immediatezza dell’esperienza emotiva, ulteriormente favorita dai fattori appena citati e dalla separazione apparente tra reale e virtuale, che consente di scendere virtuali gironi nei qualirealmente non si sarebbe messo piede…
Lo si vede allora come un posto di depravazione per antonomasia, dove la totale anonimità del profilo permette la disinibizione più sfrenata relativamente ai bisogni, alle perversioni, alle frustrazioni. Condizioni ideali per la slatentizzazione del disagio psichico, lo smascheramento della fragilità liquida di noi - sottoprodotti della società occidentale.
Naturalmente, la maggior parte dei residenti del Metaverso contesta la propria appartenenza alla categoria degli addicted, dei malati, dei deboli che non sanno controllare il mezzo. A sentirci, siamo tutti equilibrati adulti consenzienti che si trovano causalmente a vivere un'esperienza altra Come se non fossimo tutti, proprio tutti, intimamente almeno addicted to love, che poi è la fonte di tutte le dipendenze...
Per conto mio, SL addicted? Internet-dipendente? A tratti, ma con moderazione, il che in teoria esclude almeno per ora una diagnosi di patologia.   Però sono bisognosa, frustrata, perversa e pervertita. Sono anche fragile, complessa, forse complessata - mmm... complessata non tanto, no. Ciononostante, anzi, proprio per questo, continuo ad essere. Perchè sono un essere umano, non posso essere altrimenti se non un’accozzaglia di debolezze e fragilità inconfessabili, con qualche punto luminoso d’anima. Non posso fare altrimenti, se non amare e soffrire e ridere e godere e piangere, cercare, trovare e ripartire. Insomma, vivere. In qualsiasi dimensione mi trovi.  


(pubblicato originariamente in data 05/07/2010)

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