mercoledì 16 febbraio 2011

Nel rifugio degli homeless

Foto di mo_werefoxAtterro finalmente nel posto che mi ha indicato Patsy. Sono esausta, un viaggio massacrante attraverso teleport mal funzionanti, mi sembra di essere on the road da sempre..  sì, sono per definizione una viandante in SL, è vero, ma la polvere che mi si è accumulata sugli stivali comincia ad essere tanta, un po' troppa. Per questo, quando Patsy mi ha detto che una sua amica aveva aperto un ricovero per senzatetto, dove almeno temporaneamente un povero avatar pellegrino può rezzare almeno qualcuno dei 7988 oggetti che ha in inventario, e fissare la propria dimora (in linguaggio SL si dice settare casa )... beh, appena me l'ha detto mi sono messa in viaggio per raggiungerla. Ed eccomi qui. Al momento di lei non c'è traccia, a dire il vero non c'è traccia di nessuno . Però c'è una gran bella colonna sonora, tutto rockaccio anni '60 e '70, in accordo perfetto con l'ambiente. Manca solo che l'avatar di Kerouac si affacci alla finestra . Invece non si affaccia nessuno, quindi decido di entrare, anche perchè le ombre della sera si allungano. Poche chiare regole, la n. 1 mi piace particolarmente: "NO DRAMA". Mmmmm... se più gente la conoscesse, si starebbe senz'altro meglio tutti. Vabbè ma la vita sarebbe più noiosa dai... è così divertente venire perseguitati e inseguiti e tormentati e importunati in questo mondo di bamboline  
Comunque per il momento sono proprio sola, per cui nessun pericolo di melodrammi, posso concentrarmi su questo posto così curioso.. All'interno un grande stanzone, scatole di dischi dappertutto (uuuh… i cari vecchi LP ), due materassi per terra e un tappeto con dei cuscini, piuttosto consunti a dir la verità. Pure un divano sulle scale che portano al piano superiore, qualche avanzo di cibo e tante lattine vuote... Assaggio un pezzo di pizza, è freddo e non credo che quella muffa verde sia di gorgonzola . La pulizia lascia a desiderare, ma fa tutto così Woodstock... e poi i linden per una skybox con i tappeti di pixel non li ho . Non che mi aspettassi il bagno in camera, ma insomma, sta addirittura all’esterno: per fortuna qui è estate e non rischierò di prendere freddo quando andrò a lavarmi i denti in pigiama... Certo che le incrostazioni sul muro sembrano macchie di Rorschach… e i sanitari hanno ben poco di sanitario….Vabbè, non è momento di fare la schizzinosa 
Mentre aspetto Patsy mi butto sul materasso... ho un po' di stanchezza dentro, quella stanchezza sottile e indefinita che dai muscoli passa all'anima, e che di solito finisce con una rivisitazione della propria esistenza, un colpo di reni e un tuffo nella vita. Però per il momento sono qui, con la testa sugli acari e le pulci e chissaddio chi popola ancora questo materasso, e sono così stanca che non mi importa neanche se mi usano come autobus. Mi basta un posto da chiamare casa. 
Per fortuna arriva Patsy a interrompere il flusso dei pensieri grigi. Un po’ di musica sdraiate sul tappeto è quello che ci vuole, prima di salire sul tetto a respirare aria buona. C’è un panorama splendido, il rifugio dà proprio sull’Atlantico. Visitiamo il piccolo negozio vicino, è tutto gratis o a modicissimo prezzo. Ovvio che proviamo di tutto, compreso ehm…il jonk che ci viene offerto gentilmente appena ci sediamo sulla poltrona . Poco più in là, dentro un altro edificio fatiscente tutto di cemento grigio, c’è un piccolo studio fotografico, abbandonato ma funzionante. WOW passiamo un sacco di tempo a provare pose e cambiare sfondi. Il risultato è stupendo, ma è ovvio dato i soggetti .
Sta scendendo il sole, prima del tramonto approfittiamo per catturarne gli ultimi raggi. Una birra davanti al mare, due chiacchiere e buona musica in buona compagnia, è una formula terapeutica. Che poi Patsy ha quel raro equilibrio tra parola e silenzio che ne fa una compagnia non buona… di più. Oddio, a meno che i suoi silenzi non derivassero da tutte le IM che contemporaneamente teneva aperte….
Per lei comunque arriva l’ora di andare, riesco a trattenerla per un’ultima sigaretta. Io rimango ancora un po’, per l’ultima-ultima sigaretta, quella che ha sempre il sapore di un dilemma esistenziale. Poi me ne vado dentro, ad aspettare l’alba in compagnia degli acari. Mi sveglia la musica, che ora si è fatta più dolce. Starway to heaven. Sì.. il pifferaio mi sta chiamando, per ricondurmi alla ragione, perché la mia scala è costruita sul vento mormorante… Meglio scappare, prima che le ombre diventino più lunghe delle nostre anime 


(pubblicato originariamente in data 07/08/2010)

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