giovedì 20 dicembre 2012

La muffa e il collare

Boom. Settimane che non mi alzavo dal letto, stavo per ammuffire completamente. Rari momenti rotolavo giù, cercavo di urlare per farmi sentire in quella testa vuota, troppo piena di nulla per sentirmi, troppo lontana dal cuore per darmi ancora vita. Non stavo in piedi, mi stavo spegnendo nella sua indifferenza, ero ridotta alla soddisfazione di bisogni primitivi e bestiali, il tempo di un crash e null'altro.
Finalmente si è decisa, login e via, bytes e calore tornano nelle mie vene.
Che ne faccio della libertà ritrovata? Aspetta, dovrei avere ancora il collare, da qualche parte. 



martedì 18 dicembre 2012

Tante brave bambine in fila per tre.



Certe volte si crea una simpatia dal nulla, da piccole onde impercettibili perse nell'etere. Così succede che ti trovi alla mostra di Aliza Karu, semplicemente perchè non puoi farne a meno.
Ospitata in un capannone di Pyramid Cafè,  la successione delle sue creature ci accoglie, ordinata. Tante brave bambine in fila per tre, con le cornici di metallo come rassicuranti grembiulini di scuola che chiudono e uniformano. Ma... se è la mostra di Aliza, deve esserci un ma: infatti, le buone bambine di Aliza hanno l'inferno dentro, baciano la morte, si legano alle lapidi, ingabbiano il cervello per esibire le idee. E si sa, esibire le idee per una donna può essere più scandaloso che esibire pezzi di corpo. Quindi le creature di Aliza scandalizzano, perchè sono idee in mostra, emozioni serrate in corpi e pudicamente, solo pudicamente esposte, come caviglie nude e non di più.
Virginee, incolpevoli presenze di un manicomio desolato, o formose autosufficienti bellezze, si trafiggono di occhi il petto pur di accendere uno sguardo, ma poi se ne stanno indifferenti nella prospettiva in cui le hanno fissate, senza curarsi della fatica dell'osservatore che deve torcere il collo per coglierne i lineamenti.
Vorrei stendere la mano, entrare in uno di questi paesaggi abitati solo dall'anima, perchè le cose intorno sono meravigliosamente cadenti e decadenti, sembrano morte, ma mi trattengo, non mi fido, c'è quasi sicuramente uno scherzo macabro che aspetta, una trappola non mortale ma sufficientemente infida. Mi dò il tempo di scannerizzare ogni dettaglio, di registrare ogni ombra, poi decido di rischiare, allungo la mano e le accarezzo il volto. Il lampo fugace negli occhi mi dice che ci siamo riconosciute.
Un maglione di lana oversize pende dal soffitto. Le eteree creature non ne abbisognano. Lo indosso per scaldarmi il cuore. Pensa proprio a tutto, Aliza.




venerdì 19 ottobre 2012

Il sogno del pellegrino

Il regno di Alurel mi aspettava, con la sua perfezione di fiaba. I colori brillanti e la minuziosità dei dettagli erano quelli che avevo già conosciuto, a quell'ora era magnifico nella sua solitudine, abitata solo dalle piccole fate alate che premurose e discrete mi accolsero al mio arrivo nel cerchio magico. Mi dedicai ad una danza purificatrice, avevo bisogno di lasciarmi alle spalle tutta la confusione del mondo e tutte le ragnatele che mi impestavano l'avatar, fermo da mesi.
Tuttavia abbandonai presto l'anello delle danze, una voglia di esplorare troppo a lungo sepolta mi bruciava dentro da qualche giorno. Al contrario, non si era spenta del tutto l'illusione di poter riprendere una sorta di verginità attraverso l'incessante andare. Come se, consumando le scarpe, si consumassero anche gli antichi peccati. Non è in fondo il sogno del pellegrino? Solo che qui, le scarpe non si consumano....
Fu così che mi buttai senza esitazione nel Labirinto del Tempo, scoprendo che il tempo in un labirinto non ha senso, perchè se non sai dove andare, talvolta è meglio sedersi ed aspettare, interrompere la conta del tempo, confidando in una buona idea, o nella stella polare. 
Il labirinto aveva deciso però di non imprigionarmi, se non in un bacio. E dimenticai per un lungo attimo tutti i miei propositi di integra fermezza. Ma poi anche il bacio finì, e ripresi il cammino, ora volando ora saltando di meraviglia in meraviglia.
Alla fine, con la sana stanchezza del pellegrino a sera, mi accostai ad un ponte di legno coperto da una tettoia di foglie. Portava ad una minuscola isoletta più scura delle terre intorno, ma al fondo brillava qualcosa. Mi avvicinai con un senso di sacro, c'era un cerchio di pietre intorno ad un fuoco acceso, ma non era quello. Era più in fondo, un gigantesco prisma che si stagliava bianchissimo sullo sfondo viola di chissà quale minerale, probabilmente ametista, visto il geode. Mi accoccolai in un piccolo spazio per meditare, proprio davanti,  fra funghi giganti che mi sarebbe piaciuto provare - a scopo meditativo, si intende 
I pensieri cominciavano a sciogliersi e a diluirsi nelle note della musica che arrivava dalla terra. Lo stato di coscienza si alterava, permettendo all'Essenza di esprimersi e di leggere l'intorno. Anche la percezione si alterava, o forse vedeva per la prima volta. Guardai il prisma e... beh... lo so che penserete ora ma... era proprio un fallo, un inequivocabile fallo. Stavo meditando davanti a un fallo 

 



giovedì 6 settembre 2012

Il bosco degli dei

Mi svegliai nella pelle dell'elfo. Ci sono giornate in cui non si può fare altro che accettare la propria pelle. 
Così mi alzai in piedi, aprii il largo mantello rosso e mi incamminai. Il bosco era amichevole, con colori d'autunno che scaldavano il cuore, nonostante la solitudine. Un fiume d'oro, ai miei piedi, andava ad abbracciare un quieto lago dello stesso colore, incastonato fra verdi montagne inviolate. 
Salii scoscese rive piene di foglie secche e vibranti, mi arrampicai sulle radici di alberi giganteschi, respirai fino in fondo l'aria umida e viva di quella natura gentile. Mi misi anche a correre, a perdifiato, per incastrare in ogni zolla di quella terra l'energia sovrabbondante che mi esplodeva in petto, e man mano correvo, man mano la mia pelle si assottigliava, diventava trasparente, a rivelare l'essenza di me che non volevo vedere. 
Ormai senza fiato, trovai un pozzo e vi lasciai cadere un desiderio, un piccolo desiderio egoista che m'era rimasto attaccato al mantello. Mi sedetti, la schiena contro il legno lavorato da mani fatate. 
Più in là, nell'ampia terrazza fiorita, una coppia stava ballando, inutili tamarri senza decoro. 
Decisi di ignorarli e andai a sbollire nella piscina degli elfi il fastidio di saper non corrisposto il desiderio di armonia tra cuore e mente, tra dentro e fuori, tra mondo e anima. 
Sì.. ero decisamente noiosa, quel giorno. 



martedì 28 agosto 2012

Il dolore degli altri




Giornata pesante, giornata di viaggi continui tra pianeti diversi e inospitali. Troppa polvere si è accumulata sul cuore e sulle scarpe, una polvere sottile e appiccicosa che neanche una lunga doccia è riuscita a scuotere del tutto di dosso. 
Mi cambio, mi accomodo sulla sedia in terrazzo, così sono sopra ai tetti e sopra alle teste e sopra ai cuori che soffrono.
Scrivo un post per il blog di Astral Dreams, domani si inaugura la nuova land e mi piace che sia più piccina, mi sembra meno... commercial. L'ispirazione viene presto, il compito è semplice e le parole scivolano fluide. 
Chiudo il post. 
Mi tuffo nella musica lounge che qualcuno ha scelto per me. Fra poco sarà ora di spogliarsi e infilarsi nel letto, cercando la complicità di un qualche dio del sonno. La maschera no, non la toglierò, ho ancora bisogno di nascondermi dalla sofferenza degli altri. Ancora un po'.


venerdì 3 agosto 2012

Addio, Sidhe

Avevo ereditato un carico di pensieri pesanti, quella sera. Dovevo liberarmene, e non sarebbe stato semplice. Una discesa agli inferi non sarebbe bastata, ci voleva qualcosa di più fine, più coinvolgente, più leggero. Un indirizzo, in fondo alla tasca: un biglietto con le coordinate di un posto che mi ripromettevo di frequentare più spesso. Promesse rimandate quasi sempre, per i più diversi motivi tutti validi e tutti così poco validi...
Un click al teleport, con un presentimento oscuro. Il ricordo di una notecard arrivata fra tante, un ricordo confuso, e la brutale chiarezza dell'evidenza: solo una distesa verde, dove una volta c'era un centro termale, una cascata con alcune favolose sedute per la meditazione, un discreto mall dove ho fatto alcuni acquisti leggermente piccanti, una piazza per incontri, giochi, balli. La solita land? Non esattamente.
Ma... non importa, perchè non c'è più.

Addio, Sidhe. 




mercoledì 1 agosto 2012

Succede, ma io ho bisogno di pensarlo



Qualche volta accade, che la musica non funzioni. Niente colonna sonora, emuli di Morricone tutti in ferie, o semplicemente il nuovo viewer, oppure qualcosa nella grid oppure non lo so ma mi sono stufata di cercar di capire. 
Rimangono allora i rumori d'ambiente. Li senti, magari per la prima volta, in questo caso è lo sciabordio dell'acqua sotto la palafitta che al momento mi fa da casa. Ti metti in ascolto, e dopo poco anche un altro rumore comincia, sommesso e discreto ma continuo, e sono i tuoi pensieri che si affacciano e arrivano a ondate seguendo il ritmo del mare e li lasci andare perchè tanto ritornano e speri solo che tornino più ordinati. O che si decidano a fare silenzio, loro. 
C'è qualcuno che ama farsi bello con i propri pensieri, e li usa come ornamenti. A me sono essenziali più degli occhiali per un miope. Mi servono per leggere la realtà, qualsiasi essa sia, mi servono per respirare il mondo, mi servono per sopravvivere. Un respiro, un pensiero. Qualche volta due. 


Succede, ma io ho bisogno di pensarlo. E più succede, più ho bisogno di pensarlo. Pensare è assorbire, analizzare, ricomporre senza anestesia. Pensare fino allo sfinimento, finchè anche l'ultimo gemito dell'ultimo pensiero si perde nel silenzio, e torna solo il rumore dell'acqua. 


Viene anche meglio, dopo una scopata senza impegno.

giovedì 12 luglio 2012

Il primo passo di danza

La sensualità della danza irretì la mia anima gitana. Il fiume di sentimenti e passione ruppe gli argini in cui l'avevo costretto, e tutto ritornò.
Mi aveva chiesto di aspettare a visitare quel posto, di aspettare che ci fosse anche lui. Non aveva mai fatto una simile richiesta, per cui, già con un piede dentro, accettai e attesi. 
Forse era nulla più che una richiesta del momento, o forse sapeva che lì, in quel posto e non in un altro, il mio cuore si sarebbe ripresentato al suo cospetto. 
Così fu, e glielo consegnai al primo passo di danza. 

sabato 16 giugno 2012

Non aprite quella porta.

Raccolgo il cuore e accarezzo la penna. Socchiudo appena la porta del cuore, ed un fiume irrompe. Allora la chiudo e mi ci appoggio con le spalle per chiuderla bene, per serrarla proprio. Ho cambiato idea. Perchè non voglio emozioni, le emozioni sono una rottura di poseballs e non fanno che confondere la mente. Già ne posso usare solo metà, di mente, visto che è in comproprietà, figurarsi se posso lasciarla preda di sbalzi neurochimici.
Suppongo che sia ora di svegliarsi, ora di prendere in mano lo zaino e partire di nuovo. E' ora di guardare in faccia la realtà che le passioni hanno velato, e del velo di Maya chissenefrega.
Parto, mi faccio violenza stringendo i pugni, per non voltarmi indietro. Vado avanti e avanti, finchè le città si diradano, i boschi si ritirano, arriva il deserto. Avanzo ancora, finchè la distesa di sabbia è dietro e me e davanti a me. Allora comincio a scavare tante piccole fosse, una per ogni ricordo, una per ogni battito. Pensavo di diventare più leggera, e finchè resto chinata a fare buchi e a riempirli di emozioni, sembra funzionare. Ma quando ho finito, quando ho cacciato anche l'ultimo residuo di ricordo nella sua tomba, con rabbia e violenza e frustrazione, cerco di alzarmi. Non posso farlo, perchè la sabbia che ho tolto per fare le fosse è finita nelle mie tasche e ora mi tiene a terra, agganciata al suolo.
Non mi resta che stendermi sulla schiena, faccia in su. E' diventato buio, ormai, e le stelle sembrano incredibilmente lontane. Sotto di me, i battiti continuano flebili, nella sabbia i ricordi palpitano ancora, debolmente. Sarà una lunga notte.  





sabato 9 giugno 2012

La passione non si compra al kilo.

Questo non era un vampiro. Sembrava uno più o meno normale. Niente denti aguzzi, calice di vino rosso invece che sangue. Non mi ricordavo dove l'avevo conosciuto, e poichè non me lo ricordavo, probabilmente l'avevo conosciuto in un'occasione di quelle che si scordano volentieri.
Ad ogni modo, mi ha immato nel corso di una serata noiosa, mi ha invitata per il bicchiere di vino di cui sopra e ho accettato, anche perchè nel frattempo speravo di ricordare qualcosa di lui. Di solito quelli proprio inutili li cancello subito, ne trangugio pure la memoria come mantide religiosa, se era rimasto qualche motivo poteva esserci.
Mi sono allungata con garbo sul bel divano scuro, nel suo salotto elegante e lui si è ritenuto in dovere di partire con la storia del blog: poichè scrivo, e scrivo bene, allora significa che sono una persona profonda, e avanti con le melensaggini, a cercar di farmi credere che prime delle tette guarda il QI. 
A meno che non intendesse dire persona profonda ma gola profonda, ora che ci penso... il che si presta ad ambiguità sconce, ma degne di lui, osservando a posteriori (che non vuol dire osservandogli il posteriore)  
Ad ogni modo, ha tentato ancora un paio di altri pseudo-intellettualismi e poi ha allungato le mani. Brevissimi preliminari, non ha perso tempo per arrivare dove si può immaginare, ma una sveltina ci poteva pure stare e ho fatto la rima. Non era rima baciata, però. Il bacio è coinvolgimento. E poi le puttane non baciano, mi hanno sempre insegnato.
Insomma,  ginnastica e via, voleva condurre lui i giochi e glielo lasciavo fare, ma solo a metà: di uomini che possono possedermi completamente, uomini che hanno la mia mente e il mio corpo e avrebbero anche il mio cuore se ne avessi uno, di uomini così ce n'è uno solo, forse due, e non era lui nè l'uno nè il due. E comunque ce n'è uno, anzi forse nessuno. 
Ma torniamo a lui. Insomma, eravamo lì fra il suo divano e il suo tappeto, un po' mollavo un po' resistevo, un po' prendevo il joystick (azz...volevo dire il menù, che lapsus ).  Allungava le mani, mi offrivo senza pudori inutili a quel piacere, neanche troppo sottile. Il vezzo di qualche ritrosia ogni tanto, poi ho cominciato a capire: stava cercando di sopraffarmi. 
Mi voleva conquistata. Non mi voleva conquistare, non ne era capace. Mi voleva già conquistata, adorante ai suoi piedi per chissà quale sconosciuta e invisibile qualità ultraterrena.
Convinto di essere irresistibile, alla mia ennesima risata di sano divertimento mi ha ripresa con cipiglio severo: "Attenta, che con me ti innamori
Neanche fosse stato il primo a provarci. Il mio problema è che trovo talmente sconce (ops, è la seconda volta che uso questa parola in poche righe) queste banalità da soap opera... non riesco a non riderne, il che non è sempre apprezzato, me ne rendo conto. Aveva cercato di sedurmi con il vino, ma l'alcol lo reggo bene anche quando è autentico, figurarsi quello di pixel...
Probabilmente nel tentativo di riprendere contegno, all'improvviso mi ha circondato la vita con un braccio, mi ha baciato furiosamente il collo, ha estratto un coltello e me l'ha puntato alla pancia 
Mi sono bloccata, ma è durato un attimo e gli ho rivolto un'occhiata beffarda: come pensava di farmi paura se la cosa peggiore che poteva capitarmi era risvegliarmi in casa mia dopo qualche minuto di buio? E poi io non ho paura del buio.. al massimo paura del black out, o della perdita di connessione, quelli sono rischi mortali, per noi avatar 
Quasi disperato, ha gettato il coltello e ripreso il corpo a corpo, con una veemenza che finalmente ha avuto ragione del mio mentalismo e mi ha regalato un orgasmo decente. Si è lasciato cadere al mio fianco, ne ho approfittato per riprendere i vestiti. Mi ha guardato indispettito, cominciando a blaterale di passione e cose del genere. Gli ho sorriso educatamente, non volevo essere scortese, e sorridendo l'ho mandato a quel paese. Con gentilezza, ma senza perdere tempo a spiegargli che la passione non si inventa, e l'amore men che meno, e che parlare di amore in SL è al 90 per cento riempirsi la bocca di miele importato. A spiegargli che comunque, anche senza amore e senza passione, ogni tanto la ginnastica sulle palline viene proprio bene, e ci si diverte, ma che tutto il di più ha a che fare con la testa, e se non c'è incontro di testa, non c'è proprio incontro di cuore, figurarsi di anima, e quindi in definitiva non c'è incontro di persone. L'emozione non nasce dalle poseballs, l'emozione nasce dalla chimica di due menti che si fondono, fosse pure per pochi istanti, e si fondono attraverso le parole e i silenzi e le pause tra una battuta e l'altra, fino a diventare una canzone a due voci senza alcuna stonatura, nell'accordo perfetto dei tasti che battono, sempre più leggeri.
Non succede a comando. La passione non si compra nei freebies, a differenza di qualche poseballs. 
Mi ha tolto l'amicizia. Sono colpevole di non averlo gratificato con adorante riconoscenza, di non avergli promesso amore eterno in cambio del suo cazzo di pixel, di non avergli nemmeno detto che comunque è un amante perfetto e solo con lui ho capito cosa vuol dire passione. Ho commesso il peccato di non innamorarmi del nulla che mi offriva. Un'altra tacca da aggiungere, nella lista dei miei peccati. 




venerdì 18 maggio 2012

I vampiri sono immortali. I vampiri stupidi ancora di più.

Mi faccio punto d'onore da sempre, di coltivare mentalità aperta e tolleranza. Persino accoglienza, e non equivocate subito 
Sono qualità che innaffio ogni sera con il mitico limoncello di Gin Mimulus (non sapete chi è? non meritate di leggere questo blog , venite subito ad Astral Dreams che ve la presento), al punto che ormai continuano spontanee a crescere, un po' come la gramigna. Eppure ci sono occasioni in cui.... santo cielo, ho parlato mille volte della grande possibilità di SL di vivere la vita che si preferisce, di cambiare vita come si cambiano calzini, di impersonare - anzi, di essere -  chi si vuole potendo scegliere tra persone oggetti animali esseri a metà o a tre quarti o quello che volete... Ecco, ci sono occasioni in cui rimango esterrefatta davanti a certe IM che si popolano di banalità talmente sconcertanti da riprodurre stereotipi e approssimazioni peggio della pubblicità dei biscotti per la prima colazione...
Vi porto un esempio, un  dialogo fra me e un vampiro presunto. Insomma... il tema del vampiro è un classico, e ciononostante offre un miliooone di spunti per una vita interessante, intrigante persino. Non ci vuole molto, con tutta la letteratura a disposizione. Accontentiamoci pure di un film, va bene, ma santo cielo... questo non è stato in grado di ispirarsi neanche ad un cartone animato di Tom e Jerry. Per decenza tolgo il suo nome, non pensiate che abbia avuto la fantasia di chiamarsi con tutte quelle X, sarebbe stato almeno un segno di vitalità cerebrale..

Insomma, immaginate una di queste sere passate, è inizio serata, siamo ad Astral Dreams e ci stiamo preparando per un concerto. Suona il dlin dell'IM.

[13:34] XXX xxxxx: perchè qui sono tutte donne?
[13:35] Mo Werefox: mmmm
[13:36] Mo Werefox: nessun motivo particolare
[13:36] XXX xxxxx: beh ho parlato presto :-) (infatti comincia a popolarsi di gente varia, come al solito, ma fin qui almeno dimostra un sufficiente contatto con la realtà)
[13:36] Mo Werefox: ecco... è appena cominciato il concerto, la gente deve ancora arrivare. Molte di quelle che vedi qui sono dello staff ;-)
[13:36] XXX xxxxx : ok
[13:36] XXX xxxxx : capito
[13:36] XXX xxxxx : sei dello staff
[13:36] Mo Werefox: azz mi hai sgamata
[13:37] Mo Werefox: :-)
[13:37] XXX xxxxx : io in vece sono un vampiro :-)
[13:37] Mo Werefox: eh ho notato... (c'ha scritto vampiro in testa, difficile non vederlo...)
[13:37] Mo Werefox: un vecchio vampiro
[13:37] Mo Werefox: pure... visto che sei del 2007
[13:37]   XXX xxxxx  : perduta l'anima la scorsa sera
[13:37] Mo Werefox: acci...
[13:37] Mo Werefox: fresca fresca
[13:38]  XXX xxxxx : vero
[13:38]  XXX xxxxx: : adesso sono immortale :-)
[13:38] Mo Werefox: oh bene
[13:38] Mo Werefox: potrai venire sempre
[13:38] Mo Werefox: agli eterni concerti di astral (ok, battutaccia, ma non pensavo la prendesse sul serio)
[13:38] Mo Werefox: :-)
[13:38]  XXX xxxxx: : si
[13:39] Mo Werefox: perchè poi bisogni perdere l'anima per essere immortali...
[13:39] Mo Werefox: questo è un gran quesito (mio tentativo sincero di iniziare un dialogo un po' più serio e di rifarmi della battutaccia di prima che comunque lui non ha colto)
[13:40] XXX xxxxx: : non so mi ha succhiato via tutto il sangue una vampira
[13:41] Mo Werefox: uh
[13:41] Mo Werefox: e hai lasciato fare così?
[13:41] Mo Werefox: doveva essere una gnokka pazzesca (lieve ironia senza cattiveria)
[13:41]  XXX xxxxx: : vero
[13:42]  XXX xxxxx: : è stato dolce
[13:42] Mo Werefox: disse l'ape al fiore (ironia più pesante, comincio a sentirmi pure un po' cattiva)
[13:42]  XXX xxxxx: : vuoi provare?
[13:42] Mo Werefox: no grazie, ho problemi di carie (ormai sono partita, tanto questo non coglie proprio)
[13:42] Mo Werefox: :-)
[13:43]  XXX xxxxx:  :-)
[13:43]  XXX xxxxx: : be il problema di base che adesso sono a secco di sangue
[13:43] Mo Werefox: immagino che questo sia un problema
[13:44]  XXX xxxxx: : è un fatto che ieri sera non avevo preso in considerazione
[13:45]  XXX xxxxx: : capisco
[13:45]  XXX xxxxx: : scusa mi vedi adesso?
[13:45] Mo Werefox: no, non ti vedo
[13:45]  XXX xxxxx: : il nome?
[13:45] Mo Werefox: zì
[13:46]  XXX xxxxx: : ok
[13:46]  XXX xxxxx:  sono i poteri da vampiro
[13:46] Mo Werefox: strabilianti (evito di dirgli che ho almeno tre gesture che fanno lo stesso effetto...)
[13:46] Mo Werefox: come si fa? (voglio provare a essere gentile, ancora e nonostante)
[13:47]  XXX xxxxx: : la tizia che mi ha succhiato mi ha dato un HUD
[13:47] Mo Werefox: figo (come sopra)
[13:48]  XXX xxxxx: : posso fare anche altre cose
[13:48] Mo Werefox: ooh
[13:48] Mo Werefox: tipo?
[13:48]  XXX xxxxx: : nebbia
[13:49]  XXX xxxxx: : per catturare le vittime
[13:49] Mo Werefox: :-) (stavo per dire "doppio figo", ma mi sembrava eccessivo)
[13:50]  XXX xxxxx: : be ciao
[13:50] Mo Werefox: be ciao a te

A questo punto, depressa a sufficienza per l'ennesima dimostrazione che la gente usa in media meno di un quarto della metà del cervello, pure quando si tratta di andar di fantasia (non di calcoli di matematica pura) ho preso la borsa e mi sono alzata in volo. Quale borsa? Quella che userò d'ora in poi per riporre la materia grigia che sezionerò e porterò via a ogni decerebrato che incontrerò in IM. I vampiri succhiano sangue, io tagliuzzerò pezzetti di cervello. Tanto a loro non serve...


Alcool o sesso? Forse meglio rock'n'roll.






Il sesso è come l'alcool: talvolta è un'ubriacatura leggera e divertente. Talvolta ti precipita nel nero. Il bello, per modo di dire, è che non sai che volta sarà, questa volta. Cominci divertendoti, continui giocando e all'improvviso è finito tutto e il vuoto comincia a mangiarti dal di dentro. Scappi, il vuoto ti insegue, ti tallona. Allora ti chiudi in un grosso cappotto rosso, ti accucci, e speri che il vuoto finisca per dimenticarsi di te. 

Il colore è vita, ma l'ombra è misericordia

Qualche volta succede, che qualcuno crei qualcosa e questo qualcosa parli a te. Tu ti metti lì e all'improvviso il tuo subconscio prende forma, e ti spaventi perchè nessuno dovrebbe sbirciarlo così, e meno male sbirciarlo ma metterlo poi in piazza davanti a tutti, un subconscio tutto nudo, con addosso solo il sacco amniotico del Gran Padre Incoscio. Mi succede, con un'opera di Gleman Jun, quando nel preparare la recensione per la sua mostra ad Astral Dreams succede che mi avvicino ad una figurina seduta su una panchina gialla, e avvicinandomi vedo che ha il mio nome in testa, e pure io ho il mio nome in testa, e non capisco come possa essere che tutte e due abbiamo il mio nome in testa. E allora succede che mi siedo accanto a lei, che sono me, e lei/me sta leggendo un libro, o sfogliando un tablet, ma all'improvviso si materializza qualcosa davanti, ed è appunto lui, il figlio del Gran Padre Inconscio.
E' colorato e informe e in movimento, ma mi piace che sia colorato, e mi piace che sia informe e in movimento. Solo che poi arriva un uomo nero, e spinge tutto in un rettangolone dove il colore si mescola e non  è più brillante, come la creatività che deve ingabbiarsi in norme per venir accettata. e così si ferma, e si ferma l'anima e si ferma il respiro, finchè tutto comincia a diventare buio e quadrato e nero, una lista di codici e di parametri che rendono misurabile il mondo. Il colore esplode di nuovo, l'uomo nero arriva ancora, e si inseguono e capisco: abbiamo dentro il buio e il colore. Il colore è vita, sembra dire Gleman. Ma - aggiungo io - l'ombra talvolta è misericordia.
Provo a sbirciare le pagine del libro che la figurina tiene sulle ginocchia, mi sa che è il libro della vita. Ma non si fa leggere. ecco, la figurina sulla panchina ora butta via il mio nome, ne ha messo su un altro, con indifferenza, come una commessa di supermercato. Crudele proprio come la vita, a volte. Non mi resta che farmi abbracciare dalla pagina. 
O dalla vita?








  

lunedì 30 aprile 2012

Can't stop loving you

...e poi chiusi piano la porta dietro di me, quasi con il timore di svegliarlo. Ma non c'era, lo sapevo. I sogni non durano quando il giorno nasce. 
Chiusi la porta sul vuoto, e il vuoto era da entrambe le parti. 




mercoledì 25 aprile 2012

La metaosservazione del giocattolo rotto

Credo che il giocattolo si sia rotto, c@##o!  
Non so bene quando, e come, ma non funziona più, si inceppa in continuazione. Sono triste, e sono arrabbiata, perchè forse sono solo le pile scariche, ma non ho il cacciavite per aprire la scatoletta e controllare 
Non posso far altro che starmene lì a guardarlo, inanime mentre prima sembrava vivo, sembrava che un'anima ce l'avesse.
Sono un po' stranita, e molto addolorata. Il giocattolo si è rotto e non ho più niente da fare.
L'ho sempre pensato che SL è uno strumento formidabile di auto-osservazione. ORa mi osservo mentre osservo.
La metaosservazione del giocattolo rotto 
Davvero ci si ritrova a giocare gli stessi giochi, qui e lì? Si entra qui come in un parco giochi, con gli occhi spalancati per le meraviglie, e si finisce sempre sulla stessa giostra mezza scassata, con quei cavalli di legno dagli occhi vuoti. 
Mmmm... no, non ci sto. Vado in cerca di un cacciavite per smontare il giocattolo e vedere cosa c'è che non va. Al massimo, poi glielo lascio conficcato nel cuore. 









location: http://maps.secondlife.com/secondlife/Westerlay/170/135/804

lunedì 23 aprile 2012

Il libro senza odore



Emozionante, più di quel che pensavo. E' stato emozionante partecipare alla presentazione del mio primo libro SL, sentirne l'interpretazione nella voce di Marjorie, sfogliarne le pagine pur senza sentire l'odore della carta e dell'inchiostro. Mi sono presentata un po' in anticipo, con il vestito di carta per paura di restare senza qualcosa per prendere appunti, ma non ce n'è stato bisogno: una serata bella, limpida e come dicevo... emozionante. Una sola piccola sensazione di vuoto al mio fianco, ma forse era solo un buco nel vestito, è un vestito molto... arioso  


Volete comprare il mio libro, ora, vero? 
Andate qui: http://maps.secondlife.com/secondlife/Crimson%20Isle/36/91/23 e siate generosi, è dura la vita degli scribacchini, oggigiorno. Auguro dieci rotoli di morbidezza a tutti 
Buonanotte! 

Dress: Toilet paper is popular, by Aliza Karu

lunedì 9 aprile 2012

Non so se era un angelo, ma aveva le ali.


Era un discussione di quelle che non ci dovrebbero mai essere, men che meno in SL. Di quelle dove la parole fanno male ma i silenzi tagliano, per cui inanelli una parola dietro l'altra perchè sì fa male ma almeno non ti tagli. 
Inutile come i gesti che l'avevano provocata, mi spingeva a grandi passi verso il precipizio dell'insicurezza. La sensazione che sta per crasharti il mondo addosso e non farai in tempo a rientrare e qualcun'altro deciderà per te. 
Rimasi sola, un po' arrabbiata un po' delusa o forse molto di tutte e due. La rabbia poi è spesso l'abito esteriore della delusione, per cui non capivo da che parte indossarla, quella giacca, e me ne stavo immobile e furiosa e disperata come una bimba che non riesce a indossare la maglietta nel verso giusto.  
Fu a quel punto che sentii un alito lieve dietro di me. Invisibile agli occhi di tutti, mi avvolse con le sue enormi ali nere e sussurrò "Non sei sola a combattere le tue battaglie dell'anima, ora...". L'angoscia si frantumò come un bicchiere di cristallo in un mare di sabbia. Diventò lacrime calde che cominciarono a scivolare lungo le mie gote e il mio collo. Cadendo sulle braccia si trasformarono in piume lucenti, mentre il pianto si stemperava in dolcezza, finchè fui pronta a riprendermi la leggerezza e spiccare il volo. 
Mi voltai indietro, il tempo di far luccicare un ultimo sorriso verso l'angelo nero.



sabato 7 aprile 2012

HASTrAl Dreams Siempre

Ovvero quel caldo ottobre del 2011.
Ultime ore (ITT) di un tranquillo e ancora afoso pomeriggio di ottobre. Diciamo poco dopo le 18 (sempre ITT,  9:00am SLT).
Succede che per svariati personalissimi motivi un owner perda la testa, nel senso che gli si incastra probabilmente da qualche parte tra SL e RL, non lo so perchè non sono un owner, è solo un'ipotesi. Fatto è che nel suddetto afoso tardo pomeriggio arriva la decisione di Jack di chiudere Astral. Saluta e annuncia la sua dipartita. Lo sbigottimento mi fa saltare giù dal comodo rifugio nella casetta (già, al tempo ce l'avevo ancora, la casetta sull'albero.. sigh).
Sì, perchè non sembra il solito Jack che periodicamente va fuori di testa e poi rientra, che tanto trova posto sempre. Tutto tace. Tutto troppo rapido.
Breve consultazione con quelli dello staff che sono on line. Pochi, pochissimi, ma buoni. Mi dicono che hanno fondato il ComiCon, aderisco prontamente, non c'è tempo da perdere, qui si rischia che ti cancellino la terra da sotto i piedi.  E poi che cavolo, ci sono i quasi 2000 iscritti al gruppo da salvaguardare, per non parlare di tutte le pietre ormai dichiarate reperti archeologici di SL... in breve il primo comunicato è pronto:


[12:11] Mo Werefox: il Comitato di Conservazione di Astral ( CCA ) a fronte di quanto dichiarato dall'owner jack davies, comunica che quanto affermato e' totalmente privo di fondamento. L'owner e' momentaneamente non in grado di intendere e di volere e pertanto ogni sua decisione e' destituita di fondamento. Il dj Eche ha occupato il palazzo della radio, mentre la blogger Mo ha posto sotto assedio l'Agenzia di stampa di Astral Dreams. Da questo momento e' in vigore il coprifuoco. Seguira' comunicato.


Ok, abbiamo preso in mano la situazione. Arriva Bacillo, apre le comunicazioni ufficialmente dal suo canale radio:


[12:47] Bacillo Bruun: CHI VI PARLA E' AUTORIZZATO DAL COMITATO DIRETTIVO DEL CCA (COMITATO DI CONSERVAZIONE DI ASTRAL)  L'OCCUPAZIONE DEL PALAZZO DELLA RADIO, DELL'AGENZIA DI STAMPA, E DEI CENTRI DI POTERE DI ASTRAL DREAMS E' DEFINITIVAMENTE COMPIUTA.
I TASTI CANC ED ENTER DELLA TASTIERA DI JACK SONO STATI DEFINITIVAMENTE ASPORTATI.
SEGUIRA' COMUNICATO N.3
HASTA ASTRAL DREAMS SIEMPRE


Nel giro di qualche ora i punti chiave della sim sono in mano al ComiCon: 


[13:23] Mo Werefox: Si notifica quanto segue: a oggi risultano okkupate nel territorio di Astral l'Agenzia di stampa e la casetta sull'albero (Mo Werefox), il Palazzo della Radio (DJ Eche il Cattivo), la cantina (DJ Bacillo, cattivissimo perchè non mi aveva mai detto della cantina) e il palco (Sandy Demina). Attendiamo notizie per la piscina. HASTrAl Dreams Siempre


Com'è andata a finire? Beh... Astral Dreams è sempre lì, andate a vedere se non ci credete. Perchè quando uno solo sogna, sta dormendo. Quando il suo sogno diventa il sogno di tanti, diventa storia. 







mercoledì 28 marzo 2012

Just me. What else?



Solo chi accoglie, può togliere maschere.
Hold me tight, you can take my mask off. 






Dress: Cinderella White ***Augusta Creation***
Location: Daytime Dreams 

domenica 25 marzo 2012

Zindra!

...e così sono sbarcata pure a Zindra. Che nome strano, a pensarci. Oddio, tutti i nomi geografici della Linden sono piuttosto bizzarri, a ben pensarci: Zindra in italiano sembra un grido di guerra, ma l'originale è da leggersi all'inglese, immagino. Saindra? Omg, bisogna proprio interpretarlo con pathos perchè riesca a comunicare un qualche tipo di sensualità...
Ad ogni modo, una sera, sola e annoiata, mi sono trovata a ripensare alla questione dei "bassifondi", e mi è venuto da ridere, di gusto. Mi sono ricordata del continente, dove ad un certo punto la Linden ha cercato di confinare le sconcezze di una SL che rispondeva troppo bene a troppo bassi appetiti, per non rischiare di insozzare le anime pure degli "intellettuali" e le innocenze dei Teen che si apprestavano a sbarcare dalla TeenGrid ormai in dismissione. Così, con la curiosità dell'antropologa o dell'entomologa (non dell'ornitologa), sono andata alla ricerca della Terra Perduta.
C'è una cosa che si chiama Zindra Gate, l'impressione è proprio quella di valicare un confine con il filo spinato e i cani rabbiosi, in realtà si atterra in una luminosa zona di shopping, con sextoys neanche tanto perversi. Meglio usare le vecchie maniere dell'esploratore, TP più o meno a caso sulla mappa aperta.
Popolato, è un continente popolato, non c'è dubbio. In alcuni posti non potevo nemmeno entrare perchè la sim era piena, neanche fossimo ad un concerto live o ad una serata culturale o all'inaugurazione di una mostra...
Sono i posti migliori per osservare l'azione del Santo Lag sui destini dei Resident, anche perchè con tutti gli ammennicoli appesi a ciascuno, l'indicazione del rendering cost è rosso-semaforo come quella delle modelle ad una sfilata internazionale. Molti infatti, probabilmente anche per questo, usano le zone pubbliche per cacciare, ma poi si ritirano in posti più discreti. Timidoni. 
Insomma, ho indossato una tutina di rete e il collare, ho attivato anche il RLV per non perdermi nulla e ho cominciato la mia osservazione partecipante. 
Vari tipi di fauna sono passati davanti alla mia postazione:
1. alt-per-non-farmi-riconoscere. I più facili da individuare, hanno un aspetto da niubbi spesso ma si distinguono perchè la data di nascita non è recente e il loro profilo è immacolato come la reputazione del loro avatar originale, indice appunto non di niubbaggine ma di accurata pulizia periodica. Talvolta, se l'av in questione viene usato con una certa frequenza e sistematicità, nei gruppi potete trovare qualche traccia interessante (non organica) in grado di ricondurvi a luoghi più raffinati di quelli frequentati dalla plebaglia dai gusti semplici.
2. sono-niubbo-e-comincio-da-qui. Niubbi autentici, o anche no, ne conservano con indifferenza l'aspetto trascurato e dozzinale. Anche gli accessori sono free e si vede. Comincia saltando sulle palline e abborda in modo diretto, ma poi cerca di farsi indicare da voi qualche località più appartata perchè si vergogna: non è ancora sicuro del fatto che la Linden non possa mandare i log delle chat nella posta della mamma. Se viene trovato in flagrante, può sempre dire che siete la sua fidanzata. Questo niubbo non è giovanissimo, solitamente, e lo notate dall'imbarazzo con cui gestisce gli strumenti di SL e dal fatto che mantiene un profilo basso. Per trovare i giovanissimi basta osservare le dimensioni: più è grande, più è bassa l'età.
3. gli intenditori. Smaliziati e piuttosto curati nell'aspetto, ma non eccessivamente. Fra di loro trovate pure il tipo sciatto, quello di norma è interessato ad altro che all'ars amatoria virtualis in sè e per sè e cerca di portarvi via prima ancora del tipo 1. L'intenditore puro invece è un ruolatore perfetto, non chiede permesso e  non ha bisogno che gli spiegate l'uso delle palline cominciando da "Siediti su quella blu". 
C'è da dire che in realtà sono stata molestata di più in una qualsiasi discoteca che qui nei "bassifondi". Me ne sono stata per un tempo sufficientemente lungo ad osservare in pace, senza che nessuno o quasi si occupasse di me. E quando uno si è finalmente avvicinato e mi ha fatto cortesi proposte oscene, alla mia provocazione - gli ho risposto solo "Costringimi" - si è spaventato e se l'è data a gambe levate. La troppa bellezza uccide. 


Non posso farvi vedere il resto. Mi cancellerebbero il blog per contenuti osceni XD

venerdì 16 marzo 2012

Per quasi ogni fine c'è un inizio.

Qualche volta è bene dire basta. Mettere la parola fine. Cambiare registro. Cambiare vita, cambiare casa, cambiare città, cambiare partner, cambiare mutande. Oppure cambiare solo il proprio atteggiamento, e decidersi a vivere. 
Non è facile, anzi, è molto difficile, inutile negarlo. Inutile per questo pretenderlo dagli altri, quando ciascuno di noi trova comoda la propria cuccia e fatica a lasciarla. E' innegabile, per quanto stretta sia la gabbia che abitiamo, è pur sempre casa. Per quanto ristrette le nostre vedute, sono le nostre. Per quanto doloroso quello che proviamo, è pur sempre qualcosa, meglio di niente.
Bisogna allora lasciare che arrivi il momento. 
Il momento in cui si capisce che è proprio quello, il momento. Fine
Sono nella nuova soffitta che ho affittato, ho messo un canale di musica soft e me ne sto sul tappeto, davanti al fuoco, con una serie di libri che tanto non leggo, perchè sono immersa nei pensieri. Non è esatto, non sono immersa nei pensieri, piuttosto guardo davanti a me senza guardare, fissando una meta che è solo in testa, e neanche tanto chiara. Ho pochi pensieri, e forse questo è un altro segnale che è ora di passare all'azione. 
Prima magari cambio mutande. 





mercoledì 14 marzo 2012

Cybersex, ma pensavo fosse un calesse

E così vuoi che ne faccia un post. 
Vuoi che racconti ad una pagina di diario come mi hai presa, appena chiusa la porta, ancora vestita, mentre lasciavo che la passione mi uscisse dal petto e mentre mi nutrivo con avidità del tuo odore, cercando la tua carne. E di come poi mi hai presa di nuovo, e ancora, senza chiedere il permesso e senza il tempo di un respiro perchè non abbiamo tempo, noi. Sospesi nell'indefinito di una nostalgia travolgente per qualcosa che non è mai stato.
Il permesso... chiedi sempre permesso, veramente, anche se poi il menù lo impugni tu e non lo molli. Ti basterebbe una mano per tenermi ferma, per bloccare i miei polsi sottili,  vuoi altro. Vuoi sentirmi in tuo possesso. Che cosa ti sta sfuggendo dalle mani? 
Tu mi prendi, e io mi abbandono a te. Che cosa sono disposta a fare perchè qualcuno si prenda cura di me?
Cercarti in ogni centimetro di pelle sotto le mie dita, sentire il primo orgasmo e il secondo e ancora, che salgono alla gola e escono, anche se la tua mano stringe intorno al collo. 
Non puoi avere dubbi. Forse vuoi solo sentirtelo dire, ma non posso perchè le mie labbra ora sono su di te, il piacere è troppo intenso per la raffinatezza del dire e io devo nutrire la mia eccitazione smodata. Ti voglio al punto che fa male. 
Vieni ovunque, e ti accolgo e ti prendo e ti tengo stretto e ti faccio diventare parte di me, non ti basta, il mio piacere deve essere il tuo, ma il mio dolore?
Vuoi distruggermi per rendermi icona. 
Il tuo bacio in fronte, e lì ti ritrovo.
Ti odio, sei appena uscito e la mia carne ha già fame di te.





martedì 13 marzo 2012

L'isola di inchiostro


La guida delle destinazioni lo presentava come un mondo delirante di colori e scacchi, funghi giganti e non so cosa ancora. Insomma, qualcosa di psichedelico che non mi attirava un granchè. Stavo già per passare oltre, quando per sbaglio (sarà stato davvero uno sbaglio?) ho premuto il teleport. Mi sono trovata in un posto onirico, ma senza traccia di funghi giganti. Probabilmente mangiati dal mare di petrolio, o inchiostro. Tutti i toni del bianco e del nero si incontravano nella luce di un tramonto limpido. Doveva essere inchiostro, perchè ai miei piedi quella che sembrava sabbia era invece carta di giornale. Quasi rosa, una Gazzetta dello Sport sbiadita, molto sbiadita. Da un'isola minuscola, sufficiente appena per contenere un orologio che proietta i suoi memento, si passava su un'altra isola, appena appena più grande. File di ometti impassibili guardavano qualcosa che non c'era, senza alzare la testa all'orizzonte. Si erano scordati, probabilmente, che qualcosa più in là c'è sempre.
Piccole rose bianche e nere fiorivano incessantemente sotto nuvole sparse di inchiostro, a ingentilire l'aridità del verbo. Mi sono stesa al loro fianco, la sabbia-carta era calda. Respiro del loro respiro, ed è vitale. 
Un lungo viale conduceva ad una porta chiusa. Sembrava un passaggio impegnativo. Oltrepassare la soglia è sempre un passaggio impegnativo. Mi sono data tempo su una panchina, mentre piccole gocce di inchiostro cominciavano a bagnarmi. Erano piccole lacrime senza tristezza, a sciogliere la tensione del viaggio. 
Quando mi sentii pronta, afferrai la maniglia e la tirai a me. Una luce abbagliante mi accolse, e una colonna bianca. Un momento ancora di indecisione, poi cominciai ad esplorare con più meticolosità quel posto curioso. Non so bene come, all'improvviso mi trovai altrove. Ero sicura di non aver toccato nulla, stavolta, eppure mi trovai in mezzo al deserto. Era d'improvviso notte, ma era una notte di luna e quindi non faceva paura.  Non c'era modo di tornare giù, per cui mi rassegnai a godere di quella pace inattesa. Nebbia e scarni alberi si facevano compagnia, ma non poteva bastarmi. Mi accoccolai su una vecchia sedia di legno che sembrava quella del Piccolo Principe, e attesi il suo arrivo per meravigliarmi ancora di un'alba nuova, come il suo abbraccio.









 La scorciatoia per Daytime Dreams è qui