venerdì 4 febbraio 2011

Il precipizio

Giocare con le emozioni è pericoloso. Giocare con le emozioni è giocare con il fuoco. Luoghi comuni.
Giocare con le emozioni è come danzare sull'orlo di un precipizio. Cominciamo accorti, qualche timido passo in punta, qualche pliè. L'erba è morbida, l'aria è frizzante e ci lasciamo andare alla danza, leggermente inebriati dall'abisso a due passi. C'è un declivio leggero prima dello strapiombo, ma è talmente leggero che non ce ne accorgiamo, anche perchè lo sguardo è puntato in alto, oltre al cielo.
Ma basta una pietra d'inciampo e siamo di sotto. Si precipita, inizialmente con leggero stupore e con la sicurezza che basterà puntare i piedi per fermarsi. Poi però arriva il primo colpo, alla nuca, dolorosissimo e inaspettato. Subito dopo il secondo colpo, e poi ancora e ancora, e si continua a precipitare, sperando dopo ogni colpo che sia l'ultimo , le carni lacerate dagli urti sulle rocce e i colpi che si susseguono e il vuoto interminabile sotto. Un ultimo tonfo e si è a terra... in fondo.
La percezione che la caduta rovinosa sia terminata, che non si possa cadere più in fondo, si accompagna a stordimento. Poi il dolore esplode violentissimo, da ogni fibra del corpo e della mente e dell'anima, li invade come onda di ritorno. Sembra che nulla si possa fare se non restare lì, immobili, quasi in apnea perchè anche respirare fa male. Ma arriva il momento in cui ci si mette prima seduti, poi in ginocchio, poi quasi in piedi. Si comincia lentamente a risalire, doloranti, aggrappandosi con fatica agli stessi appigli che prima ci avevano straziato e che ancora sono macchiati del nostro sangue.
Talvolta arrivano amici in soccorso, ed è un bel momento: non lenisce il dolore, ma aiuta ad uscire dal buio. Perchè non siamo fatti per restare nel più profondo precipizio. Siamo figli della luce.
Uff... dovrò comprare una tastiera con la protezione anti-liquidi. 

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