venerdì 4 febbraio 2011

Discesa agli Inferi - Parte III

Foto di mo_werefoxDopo, mi sono trovata a fissare il soffito, stesa sul letto, la sua mano sul mio ventre. Un anonimo soffitto di una brutta stanza, che aveva come unico richiamo la quantità di pulsanti nel menù delle sexballs. La compagna di giochi con cui pensavo di passare il pomeriggio non s'era fatta sentire, ma solo in quel momento mi resi conto che era passata ben più di un'ora. Ebbi una strana sensazione, non ero abituata a passare tanto tempo con lui. Ricordai vagamente qualcosa che mi aveva detto nei giorni scorsi, un inizio, senza tuttavia essere molto preciso. "Ma come va con lei?" gli chiesi, rompendo il silenzio. "Benissimo, finchè non arrivi tu" rispose ridendo. Tornai al mio silenzio. "E' pazzesco l'effetto che mi fai - riprese lui - mi fai perdere ogni riferimento, non la tradirei mai con nessuna. Ma quando ci sei tu..." Sorrisi, amara. "Tranquillo, non la stai tradendo - l'ipocrisia delle mie parole mi feriva, insopportabile come il rumore delle unghie sulla lavagna - Nessuna avatarina ha motivo di temermi. Non realmente." Il soffitto bianco ora abbagliava. All'improvviso si alzò e cominciò a vestirsi. Scappò via con un "Scusami, devo andare". "Richiamato all'ordine" pensai tra me e me, e mi venne da ridere, senza alcuna malizia. Sorrisi, affondando la testa nel cuscino. Ecco, ora mi sentivo un po' come quelle libere professioniste che di libero in fondo hanno poco. Proiezione? Compensazione? Identificazione? Boh. Ogni tanto il mio spirito libero è piuttosto condizionato. Piuttosto tanto. Tornai a guardare il soffitto: si stava avvicinando pericolosamente, ora, e scappai.








(pubblicato originariamente in data 09/06/2010)

Nessun commento:

Posta un commento