mercoledì 12 gennaio 2011

Sola dentro

La solitudine in alcuni momenti è così ampia da lacerare il cuore, che non può contenerla. Ti trovi a vagare di terra in terra, nel tentativo di disorientarla, ma la ritrovi attaccata come una lendine al capello fluttuante. Allora ti fermi, sulla sdraio che qualcuno ha dimenticato in una spiaggia deserta, o sospesa sulla cima di una montagna, o seduta ai confini di un improbabile pianeta, con i piedi nel vuoto. Musica, rumori di ambiente, silenzio: ogni colonna sonora è possibile, ma per quanto alzi il volume nessuna sarà così assordante da tacitarla, la solitudine che intanto dilaga.
Ti chiedi se fare la stronza sia un gioco che vale la candela: certo, tiene a bada i sentimenti, ma alla fine? Sarò stronza, ma non sono superficiale. Questo mi frega. Nella misura in cui l’altro mi può contenere, mi dò tutta. Lascio solo un diaframma, impermeabile ma sottilissimo, fra la mia anima e quella altrui. Poco più  che un velo, che lascio cadere talvolta ma che raccolgo all’improvviso prima di scomparire nuovamente…
Svolazzando di fiore in fiore raccolgo solo un po’ di quello che ciascuno può darmi, non accetto di più per non essere costretta a barattare la mia libertà. Libertà persino dall’essere amata, perché non ci credo, perché è troppo facile, perché è un gioco. Pago questa libertà con la solitudine di questi momenti. È un prezzo alto, a pensarci bene...
  


(pubblicato originariamente in data 17/11/2009)

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