giovedì 9 maggio 2013

Frattaglie d'anime, e animelle di avatar

Sì lo so che Fractals non significa frattaglie, e che quindi la SoulFractals di Akim Alonzo non è traducibile con Frattaglie d'Anime. So anche di aver già scritto di Akim Alonzo, in varie riprese (andatevi a cercare nell'archivio tutti i vari post su Secunda Vida, per esempio, oppure...), e di aver già tradito la mia ammirazione per il suo talento - d'altra parte è sua la foto in testa a questo blog. E' che sento il bisogno di sdrammatizzare, perchè sto in soggezione davanti a questo invito per una personale di ritratti con l'anima nel nome. 
Ovvio che ci vado, ed è così che mi tippo all'indirizzo segnato sul cartoncino, un indirizzo elegante ma non potrebbe essere altrimenti: due signorine buonasera mi accolgono gentili, le notecard sulla mostra e sull'artista mi vengono consegnate con un click impeccabile, l'unica nota un po' inquietante è la pesante porta di ferro grigio che tuttavia promette di portarmi nella sala espositiva. Entro, e mi trovo proiettata in un universo oscuro, dove 16 donne mi fissano implacabili, perchè se gli occhi sono lo specchio dell'anima non è nella mia che vogliono specchiarsi. Creature forti e fragili insieme, sono... Presenza. Non tollerano superficialità: si sono abbandonate completamente nelle sue mani, rivendicano il pudore dello sguardo. Sono frattali, è vero: ripetono tutte, instancabilmente, un unico motivo, la stessa storia di determinazione e di dedizione, in mille riflessi. Femminilità.
Voglio imparare e così me ne sto lì, sdraiata per terra, con i miei colori indecenti e le mie pose scomposte e le mie forme secche, approfittando della pace nel sito ancora deserto, appena prima dell'inaugurazione, e mi metto in loro ascolto. 
Ma non mi parlano. Mi guardano mute, gelose, sofisticamente indifferenti, irraggiungibili.
Arrivano gli ospiti, devo alzarmi e riprendere un minimo di compostezza. Le osservo mentre catturano ognuno, ammaliano, conturbano. 
Dopo un tempo che mi sembra interminabile, rimango sola di nuovo, con loro. I minuti scorrono lenti. Ogni tanto qualcuno entra e interrompe il dialogo muto che mi sembra di cogliere, sommesso, tra di loro. Ma forse è solo un'illusione. Non parlano tra di loro. Si guardano, di sfuggita, ogni tanto, e nei loro sguardi c'è tutto. C'è Akim. 


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