Tanto valeva... ormai ero lì. Decisi di esplorarla. Benchè complessivamente gigantesca, gli spazi interni erano angusti e bisognava fare attenzione ai movimenti, per non finire con la testa oltre la parete o in qualche tubo.
Le porte di metallo erano numerosissime, si aprivano e chiudevano con un rumore inconfondibile di solitudine. Entrai in una saletta, dove tappeti gialli e rossi e divanetti cercavano inutilmente di dare una sensazione di accoglienza, contrastati dalla trascuratezza e da pesanti linee di ruggine ai bordi delle lamiere. Apparentemente era la sala d'aspetto di un'infermeria, piuttosto inquietante.
In un lungo corridoio, piccoli sportelli si aprivano da entrambi i lati, lasciando intravedere ciascuno delle scale ripide di ferro. Ne scelsi uno, e scesi in quello che evidentemente era il dormitorio.
Le cuccette erano spoglie e confortevoli come un ghiacciolo in schiena d'inverno, per cui non mi trattenni molto. Dovendo proprio riposare, meglio l'amaca in sala macchine.
Giunsi finalmente in una zona, credo riservata agli ufficiali... sembrava lusso puro, in confronto al resto, benchè le sedie spaiate narrassero di un'estemporaneità pellegrina e senzatetto. La cambusa era ben fornita, e ne approfittai. Conviene sempre farlo, quando non si possiede una dispensa propria, non si sa mai quando ricapiterà l'occasione...
Con un paio di altri giri, ormai assolutamente priva di orientamento, arrivai alla plancia di comando. Tanto era soffocante il claustrofobico corpo dell'astronave, tanto era aperto il suo occhio sull'infinito. Per un attimo mi mancò il fiato, come quando d'improvviso si spalanca la finestra e troppa aria ci investe. Poi mi spinsi fin alla punta della prua, e sembrava di stare sospesi nell'eterno spazio. Incantata, non riuscivo a muovermi e non ne avevo la minima intenzione. Rimasi lì per un bel po', poi decisi che era il momento di tornare al mondo. Presi la porta diversa da quella da cui ero entrata, convinta di percorrere altri corridoi lunghi e stretti ma... mi trovai in un gabinetto. Ne approfittai per una prosaica seduta con riflessione esistenziale su dilemmi metafisici.
Entrò Xia, salutò gentilmente, mi disse che stava facendo un giro. Era carina, ma io improvvisamente mi sentii come un genitore in coda a Disneyland sotto il sole di un cocente pomeriggio estivo
Cliccai sulla magica X e mi misi a dormire.
PS: se volete andarci pure voi, questo è lo SLURL : http://maps.secondlife.com/secondlife/Innsmouth/130/134/674
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