Sì, tornai. Con un respiro di sollievo, con il naso all'insù a respirare l'aria di casa e a contemplare il cielo conosciuto della mia età niubba.
I primi passi un po' incerti, in fondo era troppo tempo che stavo ferma e troppi crash mi avevano sbattuto. Sembrava funzionare tutto, l'inventory stracarico più di ricordi che di utilità, la facelight ormai un po' fuori moda... persino l'hud per il RLV, ritrovato in un angolo dello schermo quasi per caso.
Tornò con me anche la voglia di esplorare, di contemplare la bellezza creata da altre menti, di usare della generosità di chi condivideva i suoi sogni.
Inforcai la bicicletta e via, tra alberi colorati e tramonti mozzafiato, su acque rutilanti. Casette linde si allineavano ordinate lungo le piccole strade che seguivano il profilo delle colline. Un'occhiata all'interno era sufficiente per respirare le pratiche zen degli abitanti, ma ancora non bastava. E poi, non mi andava di intrufolarmi nell'intimità altrui.
Trovai quello che cercavo, senza sapere di cercarlo: una casa grande, vuota e con le assi alle finestre. Disabitata, diroccata persino. Un solo lettino, sopra le scale, la coperta un po' polverosa ma intera. Soprattutto, la vista sull'acqua e sul sole.
Bentornata a casa.
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