Raccolgo il cuore e accarezzo la penna. Socchiudo appena la porta del cuore, ed un fiume irrompe. Allora la chiudo e mi ci appoggio con le spalle per chiuderla bene, per serrarla proprio. Ho cambiato idea. Perchè non voglio emozioni, le emozioni sono una rottura di poseballs e non fanno che confondere la mente. Già ne posso usare solo metà, di mente, visto che è in comproprietà, figurarsi se posso lasciarla preda di sbalzi neurochimici.
Suppongo che sia ora di svegliarsi, ora di prendere in mano lo zaino e partire di nuovo. E' ora di guardare in faccia la realtà che le passioni hanno velato, e del velo di Maya chissenefrega.
Parto, mi faccio violenza stringendo i pugni, per non voltarmi indietro. Vado avanti e avanti, finchè le città si diradano, i boschi si ritirano, arriva il deserto. Avanzo ancora, finchè la distesa di sabbia è dietro e me e davanti a me. Allora comincio a scavare tante piccole fosse, una per ogni ricordo, una per ogni battito. Pensavo di diventare più leggera, e finchè resto chinata a fare buchi e a riempirli di emozioni, sembra funzionare. Ma quando ho finito, quando ho cacciato anche l'ultimo residuo di ricordo nella sua tomba, con rabbia e violenza e frustrazione, cerco di alzarmi. Non posso farlo, perchè la sabbia che ho tolto per fare le fosse è finita nelle mie tasche e ora mi tiene a terra, agganciata al suolo.
Non mi resta che stendermi sulla schiena, faccia in su. E' diventato buio, ormai, e le stelle sembrano incredibilmente lontane. Sotto di me, i battiti continuano flebili, nella sabbia i ricordi palpitano ancora, debolmente. Sarà una lunga notte.
Questo non era un vampiro. Sembrava uno più o meno normale. Niente denti aguzzi, calice di vino rosso invece che sangue. Non mi ricordavo dove l'avevo conosciuto, e poichè non me lo ricordavo, probabilmente l'avevo conosciuto in un'occasione di quelle che si scordano volentieri.
Ad ogni modo, mi ha immato nel corso di una serata noiosa, mi ha invitata per il bicchiere di vino di cui sopra e ho accettato, anche perchè nel frattempo speravo di ricordare qualcosa di lui. Di solito quelli proprio inutili li cancello subito, ne trangugio pure la memoria come mantide religiosa, se era rimasto qualche motivo poteva esserci.
Mi sono allungata con garbo sul bel divano scuro, nel suo salotto elegante e lui si è ritenuto in dovere di partire con la storia del blog: poichè scrivo, e scrivo bene, allora significa che sono una persona profonda, e avanti con le melensaggini, a cercar di farmi credere che prime delle tette guarda il QI.
A meno che non intendesse dire persona profonda ma gola profonda, ora che ci penso... il che si presta ad ambiguità sconce, ma degne di lui, osservando a posteriori (che non vuol dire osservandogli il posteriore)
Ad ogni modo, ha tentato ancora un paio di altri pseudo-intellettualismi e poi ha allungato le mani. Brevissimi preliminari, non ha perso tempo per arrivare dove si può immaginare, ma una sveltina ci poteva pure stare e ho fatto la rima. Non era rima baciata, però. Il bacio è coinvolgimento. E poi le puttane non baciano, mi hanno sempre insegnato.
Insomma, ginnastica e via, voleva condurre lui i giochi e glielo lasciavo fare, ma solo a metà: di uomini che possono possedermi completamente, uomini che hanno la mia mente e il mio corpo e avrebbero anche il mio cuore se ne avessi uno, di uomini così ce n'è uno solo, forse due, e non era lui nè l'uno nè il due. E comunque ce n'è uno, anzi forse nessuno.
Ma torniamo a lui. Insomma, eravamo lì fra il suo divano e il suo tappeto, un po' mollavo un po' resistevo, un po' prendevo il joystick (azz...volevo dire il menù, che lapsus ). Allungava le mani, mi offrivo senza pudori inutili a quel piacere, neanche troppo sottile. Il vezzo di qualche ritrosia ogni tanto, poi ho cominciato a capire: stava cercando di sopraffarmi.
Mi voleva conquistata. Non mi voleva conquistare, non ne era capace. Mi voleva già conquistata, adorante ai suoi piedi per chissà quale sconosciuta e invisibile qualità ultraterrena.
Convinto di essere irresistibile, alla mia ennesima risata di sano divertimento mi ha ripresa con cipiglio severo: "Attenta, che con me ti innamori"
Neanche fosse stato il primo a provarci. Il mio problema è che trovo talmente sconce (ops, è la seconda volta che uso questa parola in poche righe) queste banalità da soap opera... non riesco a non riderne, il che non è sempre apprezzato, me ne rendo conto. Aveva cercato di sedurmi con il vino, ma l'alcol lo reggo bene anche quando è autentico, figurarsi quello di pixel...
Probabilmente nel tentativo di riprendere contegno, all'improvviso mi ha circondato la vita con un braccio, mi ha baciato furiosamente il collo, ha estratto un coltello e me l'ha puntato alla pancia
Mi sono bloccata, ma è durato un attimo e gli ho rivolto un'occhiata beffarda: come pensava di farmi paura se la cosa peggiore che poteva capitarmi era risvegliarmi in casa mia dopo qualche minuto di buio? E poi io non ho paura del buio.. al massimo paura del black out, o della perdita di connessione, quelli sono rischi mortali, per noi avatar
Quasi disperato, ha gettato il coltello e ripreso il corpo a corpo, con una veemenza che finalmente ha avuto ragione del mio mentalismo e mi ha regalato un orgasmo decente. Si è lasciato cadere al mio fianco, ne ho approfittato per riprendere i vestiti. Mi ha guardato indispettito, cominciando a blaterale di passione e cose del genere. Gli ho sorriso educatamente, non volevo essere scortese, e sorridendo l'ho mandato a quel paese. Con gentilezza, ma senza perdere tempo a spiegargli che la passione non si inventa, e l'amore men che meno, e che parlare di amore in SL è al 90 per cento riempirsi la bocca di miele importato. A spiegargli che comunque, anche senza amore e senza passione, ogni tanto la ginnastica sulle palline viene proprio bene, e ci si diverte, ma che tutto il di più ha a che fare con la testa, e se non c'è incontro di testa, non c'è proprio incontro di cuore, figurarsi di anima, e quindi in definitiva non c'è incontro di persone. L'emozione non nasce dalle poseballs, l'emozione nasce dalla chimica di due menti che si fondono, fosse pure per pochi istanti, e si fondono attraverso le parole e i silenzi e le pause tra una battuta e l'altra, fino a diventare una canzone a due voci senza alcuna stonatura, nell'accordo perfetto dei tasti che battono, sempre più leggeri.
Non succede a comando. La passione non si compra nei freebies, a differenza di qualche poseballs.
Mi ha tolto l'amicizia. Sono colpevole di non averlo gratificato con adorante riconoscenza, di non avergli promesso amore eterno in cambio del suo cazzo di pixel, di non avergli nemmeno detto che comunque è un amante perfetto e solo con lui ho capito cosa vuol dire passione. Ho commesso il peccato di non innamorarmi del nulla che mi offriva. Un'altra tacca da aggiungere, nella lista dei miei peccati.