mercoledì 19 agosto 2020

Stessa spiaggia, stesso mare

 Tre anni. Una vita, in Second Life. Tre anni di assenza, sufficienti per far sparire almeno metà del mondo che conoscevi e per ritrovarti con vestiti vecchi, capelli scomposti e impolverati, movimenti poco fluidi. Il cielo è blu, ho l'impressione che potrei anche farlo diventare giallo ma sono pigra per mettermi a giocare con i numeri che definiscono i parametri di qualcosa che tanto non capisco. Meglio continuare a fare la turista, la backpacker, la stracciona vagabonda che sono sempre stata. Stracciona, vagabonda e bellissima. Un po' troppo alta, un po' troppo secca, ma bellissima. Per questo non voglio cedere al mesh, perchè sono già bellissima e perchè sono pigra.

Non è il primo giorno del mio ennesimo ritorno. Sono già entrata l'altro ieri, e il giorno di Ferragosto. Ma è il primo giorno che ne scrivo, dopo tanto tempo.

Complice l'aria di rilassante abbandono di questo posto, i pensieri si allontanano all'orizzonte. Sola ospite di un ombrellone in mezzo al deserto, ho per compagna me stessa. Un bacio alla pelle calda della spalla. "Sei a casa".

Sì, sono a casa. Non so di chi, ma sono a casa :D

http://maps.secondlife.com/secondlife/Star%20Gazers/106/139/21



 

domenica 30 aprile 2017

Omaggio a una Regina

 Rovistando nell'armadio ho trovato un cassettone speciale, dove avevo sistemato con religiosa cura gli outfit più preziosi, quelli di Aliza Karu. Uno struggimento mi prende, pensando che ha lasciato la sua attività in SL. E' stata una creatrice indimenticabile, ogni suo abito racconta mille storie. 
Ne indosso il primo, l'Only Black, ed è subito suggestione. 




E' una di quelle occasioni in cui mi dispiace non aver nè arte nè parte come fotografa, e nemmeno la pazienza di mettermi, perchè non basta un rullino intero a spiegare la finezza dei dettagli, la perfezione delle forme, la pienezza dei colori. E dei non-colori.

Un'impalpabile gonna di voile, chiusa in una cintura di svolazzante fil di ferro, sembra indecisa fra restare e volare. Il corpetto non ha dubbi: apre al cuore e spicca il volo.




Le quattro figurine bianche che mi portano il cappello, mi sollevano da terra e mi stanno dietro? Simboleggiano tutti gli uomini che vorrebbero starmi attaccati, ovvio.
Ah, sono donne? Poco importa, sono bisex.
😜

venerdì 28 aprile 2017

Back again

E così sono tornata. Disorientata al massimo, erano quasi due anni di assenza, il viewer era bloccato e i comandi dimenticati. 
Letteralmente una nuova rinascita, tanto che mi sono trovata senza un vestito addosso, come mamma Linden mi ha fatto 😆
Non ho memoria degli ultimi istanti di login... eppure non bevo, in SL 
Sarà stato l'aggiornamento del viewer....😇
Comunque mi sono rivestita, di tutto punto, scarpe comprese. Bei sandaletti estivi, tacchetto in sughero e morbidi lacci di stoffa. 
Immediatamente un saluto amico, ed è subito casa. Una sistemata ai settings e poi via, a vedere cosa resta e cosa è nato. Però... sempre nomade sono, dentro: prima tappa, e i bei sandaletti estivi volano. Lo dimenticavo, che sempre scalza è Mo...



lunedì 23 febbraio 2015

Rez Day Party




Ipnotica. Surreale. Psichedelica. Immersiva e altra. 
Sì Signori, questa è una festa SL.
Thank you, SaveMe Oh.











domenica 8 febbraio 2015

Back home.

Sì, tornai. Con un respiro di sollievo, con il naso all'insù a respirare l'aria di casa e a contemplare il cielo conosciuto della mia età niubba.
I primi passi un po' incerti, in fondo era troppo tempo che stavo ferma e troppi crash mi avevano sbattuto. Sembrava funzionare tutto, l'inventory stracarico più di ricordi che di utilità, la facelight ormai un po' fuori moda... persino l'hud per il RLV, ritrovato in un angolo dello schermo quasi per caso.
Tornò con me anche la voglia di esplorare, di contemplare la bellezza creata da altre menti, di usare della generosità di chi condivideva i suoi sogni.
Inforcai la bicicletta e via, tra alberi colorati e tramonti mozzafiato, su acque rutilanti. Casette linde si allineavano ordinate lungo le piccole strade che seguivano il profilo delle colline. Un'occhiata all'interno era sufficiente per respirare le pratiche zen degli abitanti, ma ancora non bastava. E poi, non mi andava di intrufolarmi nell'intimità altrui.
Trovai quello che cercavo, senza sapere di cercarlo: una casa grande, vuota e con le assi alle finestre. Disabitata, diroccata persino. Un solo lettino, sopra le scale, la coperta un po' polverosa ma intera. Soprattutto, la vista sull'acqua e sul sole. 
Bentornata a casa.


venerdì 11 aprile 2014

Attimi

Sentivo un gran bisogno di accoglienza.
Cominciai ad intuire che non era di questo mondo.




martedì 8 aprile 2014

Eternamente sospesa, almeno per ora.




Il sakè caldo fra le mani, il vapore avvolgente e lo sciaquio dell'acqua. La solitudine vera a tenermi compagnia. 
Vorrei liberarmi dei paradossi. La mia pelle continua a sbiadire, forse non me ne accorgo ma il sangue mi lascia, goccia dopo goccia. Lo so, da dove mi lascia: da quel paletto di frassino dritto ficcato nel cuore. Fa male da morire, ma se lo tolgo la vita se ne va a fiotti. Eternamente sospesa allora, almeno per ora. 

Certo che un paletto in cuore sotto la maglietta è scomodo.


mercoledì 2 aprile 2014

L'unico vizio rimasto

E' tra noi, è dentro di noi, dice Aloisio Congrejo, si insinua...
Perchè all'invidia non siamo riusciti ancora a dare una mano di vernice bella, come abbiamo fatto con l'ozio o la lussuria o l'ira o la gola. L'invidia non è un peccatuccio bello, di cui farci vanto con finta umiltà, è quella parte oscura che più oscura dell'oscuro ci vergognamo di avere, e allora la tacciamo, la ricacciamo, la neghiamo a noi stessi. Ma Aloisio ha messo tante teste, nella sua installazione, tante teste bianche e tante teste verdi, che ci guardano e ci tengono d'occhio  in ogni nostro movimento, perchè l'invidioso nonostante tutto si sente osservato, ha paura dello svelamento eppure vuol essere visto. 
C'è sempre qualcuno che è più bravo, più bello, più fortunato di noi. Se oggi non c'è, nascerà domani. E a noi non resta che marcire in uno sguardo di cattiveria disperata, ingordi della felicità altrui, accecati da cataratte che calano sugli occhi come i veli che Aloisio mette da ogni parte e che inviluppano l'anima fermando ogni movimento. Nessuna bellezza, solo stridore e ferocia e moniti danteschi, perchè questo è il destino del peggiore di tutti i vizi, l'unico vero vizio rimasto tale, imperdonabile ed esecrabile fino alla morte. Ora che li osservo da lontano, tutti quei crani bianchi sembrano tanti molari pronti a mordere, e di nuovo diventiamo i soggetti dell'installazione, noi che morderemmo per un pezzo di paradiso, per un momento di gloria. 
Ma state tranquilli... ho usato un plurale majestatis, il soggetto rimango io e solo io, l'invidia sta nel DNA e voi siete salvi...



sabato 15 marzo 2014

Dialogue with the MOon

C'è chi insiste a pretendere cose che un avatar non può dare. Non resta che divertirsi, come si può   

NB: per correttezza di reporter, non ho alterato in alcun modo il seguente dialogo. Ogni orrore ortografico è assolutamente originale, in modo da rendere la freschezza del momento. 


[09:13] XX: qual e il puto di forza del tuo corpo in rl ?
[09:13] XX: ogni donna ha il suo
[09:13] XX: seno viso   sedere ...
[09:17] Mo Werefox: che ti posso dire... sono bassa, sovrappeso, ho problemi di irsutismo e per contro sono piatta come una tavola da surf....
[09:17] Mo Werefox: non mi piaccio molto
[09:17] Mo Werefox: in RL
[09:17] XX: sono certo che hai degli occhi splenditi
[09:18] Mo Werefox: ma sono miope
[09:18] Mo Werefox: :-)
[09:18] XX: e  ti garantisco che sei una bella  persona ))
[09:18] Mo Werefox: sì beh.... sono bella dentro
[09:18] Mo Werefox: credo di sì
[09:19] XX : ))

sabato 18 gennaio 2014

E' ora di aprire le finestre

Sono seduta, accoccolata su una poltrona rossa e accogliente quasi come quelle della prima Astral che ho conosciuto. Su una terrazza di fronte al mare, la musica mi culla i pensieri a cui non intendo dare ordine. Passano i ricordi di te, con il velo di una nostalgia irrecuperabile. Ci vorrebbe un bel drama a questo punto, tanto per animare, ma sono tutti troppo seri. Non è possibile prendersi così sul serio, santo cielo la leggerezza è importante. L'avevo dimenticato da un po'. E' che tutta l'aria intorno mi sembra più pesante, questo mondo ha bisogno di essere arieggiato. Magari pure un po' epurato 
Ad esempio, ieri me ne stavo seduta su un gradino di Astral, intenta in qualche IM amichevole. Mi si avvicina uno molto garbato e con tutta la punteggiatura corretta. Cominciamo a scambiare qualche battuta, arriva subito il come ti chiami davvero e ddvdgt, che anche se me lo chiedi in lingua corrente rimane un ddvdgt, insieme al sei-impegnata-sei-sposata-hai-figli-e-fermiamoci-qui-perchè-almeno-questo-era-educato. Chiarisco che la mia esistenza è indipendente dall'ammasso biologico con cui condivido la materia grigia, per delicatezza non aggiungo che se lei volesse incontri RL probabilmente userebbe Meetic o Badoo o qualche altro meraviglioso strumento che la virtualità mette a disposizione. Non è più interessato, si allontana e mi liquida  
Lo diceva Bauman che siamo in una società liquida, ma non pensavo si riferisse proprio a questo....






domenica 22 dicembre 2013

Come Ferro 3

L'enorme SUV nero era posteggiato nel vialetto, proprio davanti al portone d'entrata. La costruzione era moderna, chiara, piena di vetrate che lasciavano intravedere l'arredamento elegante e impersonale. Impossibile resistere alla tentazione di entrare, quel SUV era una provocazione smaccante. Non ebbi neanche bisogno di forzare, non c'erano sistemi di sicurezza e la porta si aprì subito. Gli ambienti erano immacolati, probabilmente la casa di qualche rampante preoccupato più dell'apparenza che della sostanza. Apparentemente single, il che avrebbe reso le cose più facili nel caso si fosse presentato all'improvviso.
Niente cucina, peccato perchè un languorino lo sentivo, ma in compenso c'era una doccia talmente ampia da farci un'orgia. Ne approfittai in solitudine, una volta tanto, e lasciai scorrere il tempo con l'acqua calda sulla mia pelle. Ristorata, ripresi l'esplorazione. I divani color avorio erano lussuriosi, ne scelsi uno al piano di sopra e mi allungai pigramente. Un acquario fungeva da parete divisoria con la camera da letto, un tappeto per le coccole e una libreria vuota. Ecco, la libreria vuota. Il marchio del peccato originale. Lasciai quella casa senza personalità e imboccai il vialetto. C'era ancora il SUV, perchè non provare? Detto fatto, mi accostai alla portiera e la accarezzai... partì immediatamente l'allarme. Dovevo aspettarmelo :D