martedì 28 agosto 2012

Il dolore degli altri




Giornata pesante, giornata di viaggi continui tra pianeti diversi e inospitali. Troppa polvere si è accumulata sul cuore e sulle scarpe, una polvere sottile e appiccicosa che neanche una lunga doccia è riuscita a scuotere del tutto di dosso. 
Mi cambio, mi accomodo sulla sedia in terrazzo, così sono sopra ai tetti e sopra alle teste e sopra ai cuori che soffrono.
Scrivo un post per il blog di Astral Dreams, domani si inaugura la nuova land e mi piace che sia più piccina, mi sembra meno... commercial. L'ispirazione viene presto, il compito è semplice e le parole scivolano fluide. 
Chiudo il post. 
Mi tuffo nella musica lounge che qualcuno ha scelto per me. Fra poco sarà ora di spogliarsi e infilarsi nel letto, cercando la complicità di un qualche dio del sonno. La maschera no, non la toglierò, ho ancora bisogno di nascondermi dalla sofferenza degli altri. Ancora un po'.


venerdì 3 agosto 2012

Addio, Sidhe

Avevo ereditato un carico di pensieri pesanti, quella sera. Dovevo liberarmene, e non sarebbe stato semplice. Una discesa agli inferi non sarebbe bastata, ci voleva qualcosa di più fine, più coinvolgente, più leggero. Un indirizzo, in fondo alla tasca: un biglietto con le coordinate di un posto che mi ripromettevo di frequentare più spesso. Promesse rimandate quasi sempre, per i più diversi motivi tutti validi e tutti così poco validi...
Un click al teleport, con un presentimento oscuro. Il ricordo di una notecard arrivata fra tante, un ricordo confuso, e la brutale chiarezza dell'evidenza: solo una distesa verde, dove una volta c'era un centro termale, una cascata con alcune favolose sedute per la meditazione, un discreto mall dove ho fatto alcuni acquisti leggermente piccanti, una piazza per incontri, giochi, balli. La solita land? Non esattamente.
Ma... non importa, perchè non c'è più.

Addio, Sidhe. 




mercoledì 1 agosto 2012

Succede, ma io ho bisogno di pensarlo



Qualche volta accade, che la musica non funzioni. Niente colonna sonora, emuli di Morricone tutti in ferie, o semplicemente il nuovo viewer, oppure qualcosa nella grid oppure non lo so ma mi sono stufata di cercar di capire. 
Rimangono allora i rumori d'ambiente. Li senti, magari per la prima volta, in questo caso è lo sciabordio dell'acqua sotto la palafitta che al momento mi fa da casa. Ti metti in ascolto, e dopo poco anche un altro rumore comincia, sommesso e discreto ma continuo, e sono i tuoi pensieri che si affacciano e arrivano a ondate seguendo il ritmo del mare e li lasci andare perchè tanto ritornano e speri solo che tornino più ordinati. O che si decidano a fare silenzio, loro. 
C'è qualcuno che ama farsi bello con i propri pensieri, e li usa come ornamenti. A me sono essenziali più degli occhiali per un miope. Mi servono per leggere la realtà, qualsiasi essa sia, mi servono per respirare il mondo, mi servono per sopravvivere. Un respiro, un pensiero. Qualche volta due. 


Succede, ma io ho bisogno di pensarlo. E più succede, più ho bisogno di pensarlo. Pensare è assorbire, analizzare, ricomporre senza anestesia. Pensare fino allo sfinimento, finchè anche l'ultimo gemito dell'ultimo pensiero si perde nel silenzio, e torna solo il rumore dell'acqua. 


Viene anche meglio, dopo una scopata senza impegno.